Salviamo il Lago D'Idro  
 
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Si riporta un estratto del Rapporto

I dati si riferiscono al monitoraggio eseguito da dicembre 2006 ad agosto 2007. All’incirca ogni 2 mesi sono emessi rapporti tecnici di aggiornamento.
Il sistema di monitoraggio è stato installato al fine di approfondire le conoscenze in merito alle caratteristiche ed ai possibili meccanismi evolutivi del fenomeno franoso, soprattutto in relazione agli elementi a rischio individuati nel Piano di Emergenza della Provincia che sono:
- la ex SS 237 “del Caffaro”;
- la traversa di regimazione idraulica del lago d’Idro;
- il tratto di alveo del fiume Chiese;
- lo sbocco della “galleria degli agricoltori”;
- la linea Enel ad alta tensione;
- alcuni fabbricati situati al margine occidentale dell’abitato della Pieve.

L’Arpa precisa come lo scenario più probabile sia incentrato su franamenti in alveo di porzioni limitate di materiale detritico, comunque in grado di ostruire o ridurre il deflusso idrico.
La strumentazione geotecnica installata costituisce quindi una risposta finalizzata alla descrizione quantitativa e al monitoraggio del fenomeno, e opportunatamente integrata potrà consentire nel futuro anche funzioni di presidio di sicurezza per le strutture presenti nella zona.


Dati stratigrafici

Prima di installare la strumentazione sopra menzionata sono stati eseguiti sondaggi sia a carotaggio continuo che a distruzione di nucleo, che hanno evidenziato la prevalenza della frazione limosa, talora intercalata da livelli ghiaiosi e/o sabbiosi.
L’accumulo di frana si presenta come un ammasso caotico, localmente interessato (soprattutto nelle prime decine di metri) da alternanze di livelli granulari e coesivi con scarsa continuità laterale.
Caratteristiche che determinano per la frana un comportamento prevalentemente di tipo viscoso, con deformazione lenta e progressiva soprattutto in presenza di forte saturazione idrica.

Dati piezometrici , termo-pluviometrici e idrometrici

Sul versante in frana, tra le quote 390 e 480, sono presenti 2 piezometri a tubo aperto e 5 piezometri attrezzati con celle “Casagrande”.
Relativamente agli ultimi 20 mesi tutti i piezometri mostrano un andamento sostanzialmente confrontabile che presenta variazioni compatibili ai normali cicli stagionali di carico/scarico.
Si osserva nella maggior parte dei piezometri una generale stabilità caratterizzata da una leggera diminuzione del livello piezometrico.
Su tutti i piezometri, in particolare su quelli dove si registrano anomalie è necessaria una verifica sul medio-lungo termine.

In accordo con i dati stratigrafici non sembra ipotizzabile la presenza di una vera e propria falda idrica dotata di una apprezzabile continuità laterale, bensì la possibile presenza di falde sospese discontinue.
I dati rilevati al 31/12/2006 permettono di correlare le misure piezometriche con l’andamento del livello idrometrico del lago d’Idro e con i regimi termometrico e pluviometrico dell’area, rilevati dalla stazione termo-pluviometrica installata sulla traversa di regolazione idraulica, posta alla base del corpo di frana.
I dati rilevati a partire dall’inizio del 2007 permettono di formulare le seguenti considerazioni:
- Non risulta possibile una correlabilità tra livello del lago d’Idro e andamento dei livelli nei piezometri monitorati, infatti rispetto al repentino innalzamento del livello del lago, avvenuto a fine gennaio 2007, non sono state osservate correlabili variazioni dei livelli piezometrici monitorati;
- Le scarse precipitazioni che hanno caratterizzato l’intero 2006 e da gennaio 2007 ad oggi non permettono di formulare modelli di correlabilità idrogeologica tra i livelli piezometrici e precipitazioni.

Dati di tomografia elettrica

Gli stendimenti, ciascuno della lunghezza di 324 m, hanno una spaziatura interelettrodica di 12 m e, in funzione della resistività apparente rilevata, permettono di indagare una profondità di circa 50-60 m.
Nel complesso le tomografie mostrano valori di resistività apparente con variazioni abbastanza limitate. Le aree a maggiore conduttività sono in particolare ubicate nella zona altimetricamente più bassa della frana e sembrano imputabili a livelli di più elevata saturazione.

Misure inclinometriche

La 1a campagna di monitoraggio risale al 1996-97 ed è stata commissionata dalla Regione Lombardia. Essa ha consentito solo valutazioni preliminari, che hanno comunque permesso di verificare l’effettiva accessibilità dei tubi per l’intera lunghezza (pari a 71, 59 e 69 m) e di individuare alcune zone di taglio.
La 2a campagna di misure su 3 tubi esistenti, dal 12/2000 al 10/2001, registra per 2 tubi un danneggiamento irreversibile (poiché accessibili solo fino a 52 e 27 m). Va sottolineato come da ottobre a novembre 2000 si siano verificate piogge intense e prolungate (circa 50 giorni di pioggia) che sicuramente hanno inciso sulle condizioni di saturazione e quindi di stabilità del corpo franoso.
La 3 a campagna di misure, dal 26/07/2001 al 28/06/2002, ipotizzava la presenza di almeno una superficie di scivolamento.
La 4 a campagna di misure, eseguite dal geologo Giovanni Fasser tra il 14/06/2003 e il 04/11/2005, indica uno spostamento massimo di ca. 14 mm verso sud-ovest.
La 5 a campagna, effettuata dal personale ARPA dal 20/12/2005 al 12/04/2006, conferma tali parametri. Tra ottobre 2005 e gennaio 2006 sono state effettuate 6 ulteriori perforazioni, 2 delle quali risultano essere riperforazioni dei 2 tubi posizionati nella 1a campagna e successivamente lesionati.
La 6 a campagna è seguita da marzo 2006 a settembre 2006.
La 7 a campagna, da dicembre 2006, eseguita dal personale ARPA, ha avuto anche lo scopo di verificare le misure precedentemente eseguite. Dopo un primo periodo di messa a punto sono state ad oggi completate 4 campagne di misura.
L’elaborazione dei dati ha fornito l’individuazione di alcune fasce di deformazione, verosimilmente correlabili con superfici i taglio.

Misure interferometriche da satellite

Da aprile 2007 è stata avviata una sperimentazione con misurazioni interferometriche degli spostamenti a prevalente componente verticale effettuate da satellite. A causa dell’assenza di un numero sufficiente di bersagli radar naturali, sono stati installati 7 riflettori artificiali.
Si precisa che l’interferometria radar da satellite, a causa dell’esteso intervallo di tempo tra un passaggio e il successivo (24 giorni) non può avere funzioni di presidio della sicurezza idrogeologica, ma solo di controllo territoriale periodico.

Conclusioni

Il movimento del corpo di frana ad oggi rilevato sembra essere di tipo complesso con direzioni che suggeriscono la divisione del movimento in 2 settori:
- Nel settore nord-ovest si ha una direzione generale verso nord
- Nel settore sud-est si ha una direzione gnerale verso est

Si individua una superficie di taglio inclinata di 20-15° che affiorerebbe in linea di massima intorno alle quote di alveo del fiume Chiese, e ubicata in corrispondenza del passaggio tra litologie in cui è diffuso uno scheletro detritico grossolano sovrastanti litologie caratterizzate da una maggiore componente coesiva.
Si propone quindi l’installazione i sonde inclinometriche biassali fisse da posizionare in corrispondenza delle superfici di taglio, che permetterà di attivare un vero e proprio presidio di monitoraggio in “tempo reale”.
Tale ipotesi di integrazione strumentale potrà essere definita una volta identificato il soggetto gestore, permettendo allo stesso valutazioni tempestive circa l’evoluzione della frana nel complesso.

Tale sistema di controllo non può dare indicazioni circa il verificarsi di piccoli franamenti in alveo legati all’evoluzione delle scarpate che si affacciano sullo stesso (scenario d’evento sicuramente più probabile). Pertanto la stabilizzazione delle stesse tramite opportuni interventi di coronamento-drenaggio-consolidamento dovrà essere dettagliatamente considerata.
Il presidio di monitoraggio in “tempo reale” è stimabile in ca. €. 45.000,00.