COMUNITA’ MONTANA VALLE SABBIA
COMUNE Dl IDRO
COMUNE DI ANFO
COMUNE Dl BAGOLINO
COMUNE DI BONDONE



Al Ministro pro-tempro ai Lavori Pubblici
P.Le Porta pia, 1
00198-Roma

Al Presidente pro tempore della Regione Lombardia
On. Roberto Formigoni
Via F.Filzi, 22
20122 Milano

 AI Presidente pro tempore della Provincia di Brescia
Dott. Alberto Cavalli
Palazzo Broletto
25100 Brescia

Al Presidente pro tempore della Provincia di Trento
dott. Lorenzo Dellai
via Romagnoli, 9
38100 Trento

Al Commissario Regolatore
ing. Maurizio Clarizia
c/o Provincia di Brescia
via Milano, 13
25100 Brescia

Al Consorzio del Chiese di Bonifica di Secondo Grado
Via Vittorio Emanuele Il, n 76
25011 Calcinato (BS)

Oggetto regolazione lago d’idro

A seguito della conclusione della fase di sperimentazione di regolazione del lago d’Idro, dell’avvio della gestione transitoria giusta deliberazione Giunta Regione Lombardia VII/4520 del 4/05/2001, del trasferimento delle competenze in capo alla Regione Lombardia ex artt. 86 e ss. del Dgls 1 12/98 in materia di rilascio e rinnovo delle concessioni di uso irriguo, previo intesa per quanto riguarda la realtà del lago d’Idro con la Provincia Autonoma di Trento, riteniamo giusto e doveroso, come enti locali, tornare sul tema di cui all’oggetto, per esternare i nostri convincimenti e proporre i suggerimenti ritenuti giusti e opportuni per giungere ad una soluzione più equilibrata ed equa circa l’uso della risorsa idrica lago d’Idro.

In particolare, in questo momento ci preme richiamare l’attenzione delle autorità in indirizzo su tre fondamentali temi.

 1) Sulla necessità di proseguire nel metodo di concertazione

da quando sono scadute le concessioni sia di uso irriguo sia di regolazione delle opere di invaso e di svaso, le comunità rivierasche, opportunamente coordinate dalla Comunità Montana, hanno partecipato attivamente alla fase di rinnovo delle concessioni medesime, avanzando peraltro la richiesta di concessione delle opere di regolazione del lago, contribuendo sulla base di un percorso condiviso e di aperto confronto con tutti soggetti interessati all’uso della risorsa idrica lago d’Idro alla definizione della delibera 9/93, prendendo posizione avverso le modifiche apportate alla originaria regola sperimentale di cui alla citata delibera 9/93 con note congiunte del 22 giungo 1995, prot 4356 e del 7 giugno 1996, prot 4957-656-1595-2134-1795, nonché con delibere assunte dai propri organi collegiali, ai nn. 25,95, 416,185, 72/96; chiedendo con delibere assunte dai propri organi collegiali e trasmesse con nota congiunta prot nn. 6290-3344-939-3470-2640 l’integrale risarcimento dei danni subiti nel corso della stagione irrigua dell’anno 2000, con riserva di procedere all’esatta quantificazione di tutti i danni subiti a partire dall’anno 1987 da quando sono scadute le concessioni irrigue, seguendo con spirito costruttivo lo svolgimento della sperimentazione medesima, da un lato attraverso la partecipazione alla riunione decadali in seno al comitato degli utenti e dall’altro attraverso la predisposizione al termine dei primi due anni di sperimentazione di osservazioni e proposte contenute nelle note rispettivamente del 31 Ottobre 1996, prot. 9057 e del 7 Novembre 1997 prot. 8486, nonché avvalendoci infine del contributo di studio dell’Università degli Studi di Brescia, dipartimento di ingegneria, prof Alessandro Muraca, al quale è stato attribuito il compito di seguire da un punto di vista scientifico la fase di sperimentazione valutandone gli esiti al fine di individuare concrete proposte di miglioramento della regola di gestione, valutazione e proposte che sono state poi inserite nei seguenti documenti fatti propri dagli enti scriventi a) “analisi delle modalità di regolazione-triennio di sperimentazione 1996 e 1998”; b) “osservazioni alla gestione attuata nell’anno di sperimentazione 1999, c) “analisi delle modalità di regolazione anno di sperimentazione 1999”; d) “osservazione alla gestione attuata nell’anno di sperimentazione 2000” relazione preliminare; e) “osservazioni alla gestione attuata nell’anno di sperimentazione 2000” relazione finale.
Da questa sintetica ricostruzione è agevole comprendere lo sforzo compiuto dagli enti scriventi e la mole di lavoro che è stata fatta al fine di giungere ad una soluzione che tenesse in maggiore considerazione gli interessi delle comunità rivierasche - completamente disattesi al momento di rilascio delle vecchie concessioni scadute nell’87, concessioni ove veniva addirittura consentita una escursione di ben 7 metri -, nella consapevolezza di fondo di approssimarsi in modo graduale a questo risultato di equilibrio nell’uso della risorsa idrica lago d’Idro.
In questa ottica gli enti locali, pur non condividendo appieno la normativa di sperimentazione, ne hanno però da sempre apprezzato l’alto valore migliorativo rappresentato in modo particolare dalla riduzione dell’escursione dagli originari 7 a 3,25 m, scorgendo in essa una tappa fondamentale verso un processo idrica del lago, il cui approdo definitivo viene indicato dalle comunità rivierasche in un escursione non superiore a 2,25 m ,tanto é che a seguito dei ricorsi giurisdizionali inoltrati dal Consorzio Medio Chiese, ci siamo costituiti in giudizio per difendere i risultati consacrati nella stessa delibera di sperimentazione.
Ora che la competenza in materia di concessioni è stata demandata alla Regione Lombardia, chiediamo formalmente di non essere estromessi dal confronto su questa tematica di così vitale importanza per il futuro e lo sviluppo della nostra comunità, invitando il medesimo ente a non abbandonare il metodo di concertazione che l’Autorità di Bacino ha fino ad oggi perseguito con proficuo interesse per tutte le parti in causa.
Sotto tale profilo non possiamo non manifestare la nostra viva preoccupazione nel constatare che alla deliberazione della Giunta Regionale n. VII/452O del 4 maggio 2001 si è pervenuto attraverso un confronto che ha visto coinvolti solo gli utilizzatori e non anche le comunità rivierasche.
Non vorremmo che questa deliberazione per il contesto in cui è sorta vanificasse i risultati fin qui raggiunti circa l’utilità di seguire un percorso condiviso per risolvere le problematiche insite nell’uso delle acque del lago d’Idro.
Rinnoviamo pertanto l’invito alla Regione Lombardia, nonché agli enti in indirizzo, di consultare, prima di assumere provvedimenti decisori, le comunità rivierasche su tutte le questioni che dovessero in qualche modo interessare le sorti del lago d’ldro.

2)  SuI futuro soggetto gestore delle opere di regolazione del lago di Idro e sulla questione del monitoraggio affidata al Consorzio del Chiese di Bonifica di Secondo Grado

Sul punto abbiamo avuto modo di registrare che la Regione Lombardia, per la posizione dalla medesima manifestata in seno al Comitato di Sperimentazione (pag 29/40 della relazione conclusiva), propende per affidare la gestione della regolazione del lago di Idro al Consorzio del Chiese di Bonifica di Secondo Grado, il quale ha già avanzato in tale senso formale richiesta di concessione parte abbiamo avuto modo di prendere atto, leggendo il pulito sette del dispositivo della deliberazione della Giunta Regionale VII/452O, che una decisione così importante, come quella del futuro ente gestore non possa che avvenire in un clima di consultazione e che nel futuro ente gestore devono essere adeguatamente rappresentate le comunità locali interessate alla gestione del lago di Idro.
L’evoluzione della posizione della Regione Lombardia su questa delicata questione non può che rasserenarci.
Altamente deleterio sarebbe infatti per gli interessi della comunità locali affidare la gestione della regolazione del lago al Consorzio di Bonifica di Secondo Grado che esprime e fa propri nei suoi scopi statutari (art.2) e nella sua composizione organizzativa (art.10) gli interessi degli utilizzatori irrigui, critiche queste che sono state già appuntate dallo stesso Comitato di Sperimentazione (pagg. >29/30 della relazione conclusiva). Al riguardo va ricordato come le popolazioni rivierasche hanno vissuto in passato con grande sofferenza la decisione di affidare la gestione del lago alla stessa SLI quale ente costituito dai consorzi irrigui e dalla società idroelettrica bresciana.
La gestione affidata a questo ente, sensibile nell’applicazione della regola ai soli interessi irrigui, ha provocato numerose contestazioni che hanno avuto sbocchi a livello giudiziario attraverso contenziosi durati per più di venti anni, contestazioni e contenziosi che hanno segnato nel profondo il vissuto e la psiche collettiva delle popolazioni rivierasche alimentando un forte senso di espropriazione abusiva della risorsa alle medesime più preziosa, tenuto altresì conto che in tutti gli anni di uso abnorme della risorsa idrica - alla quale si è aggiunto col passare del tempo il prelievo abusivo di 4,7 mc/s senza che le comunità locali fossero mai state avvertite di questa situazione - del lago d’Idro e dei correlativi benefici che ne sono derivati in termini di forte sviluppo all’economia agricola ed industriale bresciana, le comunità rivierasche non hanno mai percepito alcun indennizzo ne sotto forma monetaria ne sotto forma di vantaggi o di agevolazioni di altra natura.
Ora affidare la regolazione del lago d’Idro ad un Ente, come il Consorzio del Chiese di Bonifica di Secondo Grado, rappresentativo dei soli interessi irrigui, significherebbe per le popolazioni rivierasche perpetrare una storia ingiusta, vanificando l'importante lavoro di normalizzazione e di miglioramento che si è cercato di raggiungere attraverso lo svolgimento della fase di sperimentazione, grazie al contributo fattivo ed attento dell’Autorità di Bacino.
In questo ottica e in questo ordine di idee non possiamo che esprimere il nostro radicale dissenso e sostanziale disappunto verso la decisione assunta dalla Regione Lombardia di contribuire al finanziamento del programma di monitoraggio dell’intero bacino del fiume Chiese, alla cui realizzazione dovrebbe essere proprio preposto il Consorzio del Chiese di Bonifica di Secondo Grado, come da progetto presentato il 05 giugno u.s.
La decisione, oltre che prestarsi a dubbi di. legittimità in relazione all’art. 57, R.D. 11 dicembre 1933, 1775 che prevede appunto che alla raccolta delle osservazioni idrografiche e meteorologiche provvede il Servizio Idrografico, non sembra tenere in debita considerazione l’importante contributo che su questa delicata questione aveva già dato l’Autorità di Bacino approvando, con la più volta richiamata delibera 9/93, il programma di monitoraggio di cui all’annesso 1 dell’allegato A, finanziato nell’ambito dello S.P.P. 93-95, assegnando all’Ufficio Idrografico del Po il compito di progettazione e di realizzazione della rete dì misura.
L’Ufficio Idrografico del Po, in relazione all’incarico ricevuto, ha, quindi, presentato al termine del periodo della sperimentazione la relazione sulla campagna di monitoraggio del fiume Chiese.
Ora a noi sembra che tutte le iniziative volte a migliorare il sistema di raccolta dei dati, gestione e controllo dei medesimi avrebbe dovuto essere assunto, coordinato e deciso dal medesimo Ufficio Idrografico del Po, il quale ha già avuto modo in tutti questi anni di seguire in prima persona la complessa problematica.
A questa considerazione, di carattere pratico, si aggiunge la fondamentale obiezione di principio che un tema cosi delicato come quello della raccolta dei dati idrologici non possa essere effettuata che da un ente terzo rispetto agli interessi in conflitto oppure da un ente nel quale siano adeguatamente rappresentati anche gli interessi delle comunità rivierasche.
Da ultimo, l’osservazione di uso comune che la gestione dei sistemi conoscitivi porta per sua natura alla gestione dei processi decisionali, non vorremmo che spianasse la strada al consorzio del Chiese di secondo grado in relazione alla problematica sopra richiamata di regolazione delle opere di invaso e svaso del lago di Idro, disattendendo così nella sostanza la formale apertura manifestata dalla Regione Lombardia con il punto sette della deliberazione sopra richiamata sulla necessità di seguire un percorso condiviso quanto all’individuazione del futuro ente gestore.
Parimenti poco opportuno ci è parso che le spese del Commissario Regolatore siano state poste a carico del Consorzio di Secondo Grado in quanto avremmo preferito che in questa fase fossero sostenute direttamente dalle Pubbliche Amministrazioni di livello superiore (Ministero, Regione, o Provincia).
In conclusione, con riserva di meglio precisare ed articolare la nostra proposta, auspichiamo vivamente per le motivazioni sopra richiamate che il futuro ente gestore venga individuato o in un ente terzo rispetto agli interessi in gioco oppure in un ente da costituirsi ex novo nel quale siano adeguatamente rappresentati gli interessi delle comunità rivierasche in maniera paritaria.

3)  Sulla futura regola di gestione.

Le richieste degli scriventi enti locali sono ormai di pubblico dominio in quanto manifestate in forma ufficiale in diverse occasioni, richiamandosi a tale proposito in particolare lo studio del prof A. Muraca “osservazioni alla gestione attuata nell’anno di sperimentazione 2000” relazione finale, al quale si rimanda per un’integrale lettura.
Sul punto riteniamo, alla luce della sperimentazione svolta, che si possa procedere ad un ulteriore riduzione dell’escursione dei livelli del lago, fino al raggiungimento di una escursione non superiore a 2,25 m.da contenersi entro la quota di massima regolazione di 369,25 m. s.l.m. (per la quale è imprescindibile la rimozione del vincolo sul livello massimo del lago imposto dal Servizio Dighe) e la quota di minimo di 367 m onde garantire il deflusso minimo vitale a partire dal lago di Idro, evitando così di investire ingenti risorse per modificare e/o spostare la traversa di sbarramento come ipotizzato al contrario nella relazione conclusiva del Comitato di Sperimentazione più volte richiamata.
Certo una tale prospettiva implica che in sede di concessione non vengano attribuite al Consorzio Medio Chiese le acque utilizzate per anni pari a 4,7 mc/s, ora oggetto di sanatoria, mentre deve essere migliorato il sistema di collegamento con i bacini sopralacuali ed il sistema di irrigazione che attualmente disperde ancora il 30% della risorsa idrica.
Intervenendo su queste ultime due direzioni riteniamo che la mancata attribuzione di 4,7 mc/s al consorzio richiedente possa essere adeguatamente compensata senza alcun apprezzabile sacrificio.
In ogni caso anche su questo punto ci riserviamo di intervenire in modo più articolato e preciso nel proseguo del dibattito che si aprirà in sede di rinnovo delle concessioni.
Nell’auspicio che il presente documento venga preso in debita considerazione dagli enti in indirizzo, rimanendo a disposizione per i chiarimenti del caso, ci è gradita l’occasione di porgerVi cordiali saluti.

Il Presidente della Comunità Montana
Gian Antonio Girelli

Il Sindaco del Comune di Idro
Giuliano Rizzardi

Il Sindaco del Comune di Anfo
Gian Franco Seccamani

Il Sindaco del Comune di Bagolino
Marco Scalvini

Il Sindaco del Comune di Bondone
Gianni Cimarolli