Salviamo il Lago D'Idro  
 
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LA VICENDA DEL LAGO D'IDRO
Intervento del 22 settembre 2004 dell'avv. Giuliano Rizzardi

Siamo tutti qui convenuti con a forte consapevolezza di aprire un capitolo nuovo per le sorti del Lago d'ldro. Si avverte, in qualche misura, il significato storico di quest'appuntamento che apre la delicata fase di individuazione del nuovo soggetto gestore ed il successivo avvio dell'istruttoria sulle domande di rinnovo delle concessioni per la derivazione delle acque.
La contiguità fra le opposte rive, che quasi si toccano nella zona di Lemprato. trasmette, più di qualunque altro discorso, l'immagine viva ed eloquente di un Lago che grida disperato contro un abuso che non può più essergli inferto ad opera degli uomini e delle loro sofisticate regole idrauliche.
Il Lago chiede oggi - e lo chiede più che mai a tutti coloro che hanno responsabilità decisionali - che giustizia sia fatta, perché di questo si tratta, ovverosia chiede di vedersi riconosciuto ciò che gli spetta per diritto naturale e che in questi anni è stato ripetutamente negato: di essere considerato un Lago e non più un serbatoio da manovrare solo per soddisfare gli interessi irrigui ed idroelettrici.
I comuni rivieraschi, enti esponenziali delle loro comunità, opportunamente coordinati dalla Comunità Montana, hanno da sempre - da quando nel lontano 1987 sono giunte a scadenza le diverse concessioni rilasciate nel corso degli anni - portato avanti con coraggio e determinazione le più diverse iniziative per difendere i legittimi interessi del Lago. Le osservazioni presentate congiuntamente da tutti i comuni rivieraschi il 13 Settembre 2004 - che oggi ufficialmente Vi consegniamo - testimoniano una sostanziale unità di intenti; gli allegati prodotti riassumono il percorso che è stato compiuto: libri, delibere, incontri, proteste, studi idraulici, invettive, invocazione poetiche, cause giudiziarie. Per difendere il lago abbiamo utilizzato tutti i rami del sapere: dal genere tecnico dell'idraulica, alle acute comparse dell'avv. Giacomo Bonomi (che oggi personalmente ringrazio per la Sua presenza) avanti al Tribunale Superiore della Acque, ai testi poetici di Romeo Seccamani, per finire con i libri storici di Alfredo Bonomi.
Certo, non è stato facile operare: il più delle volte abbiamo avuto la reale percezione di trovarci in mezzo ad una battaglia impari tra le ragioni del potere e degli interessi forti da un lato e dall'altro le nostre ragioni troppe volte inascoltate perché non legate a centri di potere.

Abbiamo sempre chiesto, in tutte le sedi e nei vari incontri, due cose fondamentali:
 -  una regola di gestione che tuteli il deflusso minimo vitale a partire dalla traversa del Lago d'ldro, riducendo ulteriormente l'escursione dei livelli a 2 - 2,25 mt al massimo, come ampiamente comprovato essere possibile sia dai dati conseguiti in questi anni con le regole transitorie che sono state emanate, sia dagli studi prodotti dal dipartimento di Ingegneria Idraulica dell'Università di Brescia;
 -  l'individuazione di un soggetto gestore che sia realmente terzo rispetto ai plurimi interessi in gioco, ovvero che sia rappresentativo in uguale modo di detti interessi.

Sotto quest'ultimo profilo non potrà essere misconosciuto, in sede di istruttoria, il parere espresso dall'Autorità di Bacino, ente che ha seguito per quasi dieci anni le vicende del Lago d'ldro. Cito testualmente la relazione conclusiva, pagg. 29-30 "l'attività di gestione del Lago d'ldro condotta con la sperimentazione ha consentito di rispondere sostanzialmente,
anche nella complessità della situazione e in presenza di eventi potenzialmente ostativi, alle esigenze e alle spettanze dei soggetti direttamente o indirettamente interessati dalle dinamiche lacuali e del sistema collegato, così come illustrate nell'allegato A) della delibera 9/93.... Tale risultato dimostra la necessità e l'utilità di un soggetto gestore pubblico nel quale siano rappresentati tutti gli interessi legati alla regolazione lacuale".
Consapevoli della lungimiranza di questa nostra visione in tema di ente gestore, autorevolmente avvallata dall'Autorità di Bacino, in questi ultimi 3 anni, in modo particolare tramite il Comune di ldro, ci siamo formalmente opposti alla nomina regionale di Ottorino Milesi nel ruolo di commissario regolatore. Distinguendo il giudizio sulla persona - Ottorino Milesi è un galantuomo e questo l'abbiamo sempre detto - dall'opportunità della scelta, abbiamo fatto presente che coloro che hanno da sempre svolto un ruolo di parte, difendendo in modo sistematico, organico e coerente gli interessi irrigui, non possono diventare arbitri del gioco.
Ma questa posizione - che purtroppo anche ad alcuni di noi è parsa eccessivamente intransigente, ma che, col senno di poi, si è rilevata giusta - non è stata frutto di un capriccio o un esercizio di esibizionismo personale da parte di qualcuno, bensì è nata dalla considerazione storica degli eventi, da ciò che è entrato a far parte del vissuto delle nostre comunità dopo tanti anni di sfruttamento abnorme ed ingiustificato. Noi sappiamo bene, perché l'abbiamo sperimentato sulla nostra pelle, cosa implichi affidare la gestione del Lago ad un ente che risponda ad una parte soltanto: la comunità di ldro - ricorda e non dimenticherà mai - i pluridecennali contenziosi instaurati contro la Sli per fare rispettare gli obblighi imposti dai vecchi disciplinari.
Noi vogliamo ricordare qui, in questa sede, che agniqualvolta le comunità rivierasche hanno chiesto il risarcimento dei danni subiti non è mai stata data loro alcuna risposta. Noi vogliamo qui ricordare che anche quest'anno, nella riunione decadale del 23 agosto, abbiamo chiesto, a cagione del livello di quota così basso, di mettere in atto un programma immediato di interventi di bonifica delle rive e delle sponde sulla scorta dell'art. 6 del vecchio disciplinare, ottenendo come risposta dal Presidente della SLI, geom. Cancarini, che essa società, ente gestore di parte, non si sente più vincolata a quell'obbligo. Apro però a questa punto una parentesi per dirmi e dirVi che, se ciò fosse vera, non si riuscirebbe a spiegare come mai la SLI solo tre giorni or sono ha iniziato la pulizia della parte terminale del Lago! Cari amici della SLI, non pensiate in questa modo, con questo esercizio raffinato di estrema furbizia, di acquisire qualche nota di benemerenza agli occhi degli istruttori regionali. Il giudizio storico sul Vostro modo di operare è armai stato scritto e, di certo, non cambia: Vai dal Lago d'ldro avete solo tolto, senza mai dare nulla in contraccambio!
Tutti questi fatti e comportamenti ci danno l'idea di quanto la vicenda storica del Lago d'Idro sia stata resa ulteriormente ingiusta dal fatto che le comunità rivierasche non hanno mai, in tutti questi anni, ricevuto alcun indennizzo per gli ingenti danni dalle stesse subiti: è stata fatta, in pratica, un'espropriazione senza pagare alcunché, foss'anche costituito dalla pubblica illuminazione gratuita, fatto questo estremamente grave se solo pensiamo agli enormi profitti che si sono alimentati con le acque del nastro Lago!
Ecco perché chiediamo la costituzione di un ente gestore che si faccia garante anche dei nostri interessi, che si faccia carica, insomma, di erogare alle comunità rivierasche degli equi indennizzi e porre in essere realmente (e non per finta) delle opere per la riqualificazione delle rive e delle sponde. Sotto questo profilo, intendiamo depositare in corso di istruttoria uno studio scientifico in grado di rendicontare esattamente, in corrispondenza delle varie quote di livello che il lago raggiunge, i danni che ne derivano all'ecosistema lacustre, alle rive, agli interessi turistici, agli edifici. Uno studio che ci sappia dire se esiste, come pare, una correlazione tra l'acuirsi del fenomeno dell'eutrofizzazione e l'escursione dei livelli, anche se sul tema pare già acquisito il rilevante dato secondo il quale per migliore la qualità delle acque del Lago, occorrerebbe prelevare l'acqua dal fondo.
Il tema dell'Ente gestore diventa poi per noi ulteriormente importante anche in ragione dei compiti assegnatici dalla Regione in tema di gestione del Demanio lacuale.
In esecuzione di questi compiti abbiamo fatto investimenti importanti, costruendo nuovi attracchi, porti, banchine, opere varie di sistemazione; abbiamo rilasciato, solo noi come Comune di Idro, quasi duecento concessioni e siamo in procinto di appaltare la concessione per il servizio pubblico di navigazione.
Ebbene, tutta questa mole di lavoro viene ad essere praticamente vanificata dall'eccessiva escursione dei livelli, senza poi considerare le lamentele dei nostri utenti, che a buon diritto non intendono più pagare il canone perché il servizio non viene pienamente garantito. Queste questioni andranno tenute in debito conto e attentamente ponderate in corso di procedimento e ciò, a maggior ragione, se si considera che, con il nuovo assetto di competenze è direttamente il Sindaco che risponde dei danni che possono derivare ai bagnanti a causa della difettosa manutenzione delle spiagge!
Da ultimo, vorrei concludere segnalando che nelle nostre osservazioni abbiamo eccepiti alcuni vizi nell'iter procedurale che si intende seguire. Di queste eccezioni, meglio dirà l'avv.to Bonomi. A me preme però segnalare un'omissione che ritengo vada colmata, se si vuole ponderare attentamente tutti gli interessi in conflitto. Il nostro territorio è quasi interamente vincolato agli effetti della tutela del paesaggio e del bene ambiente in sé considerato. Qualsiasi soggetto che intenda modificare lo status quo deve premunirsi, per non incorrere in sanzioni di carattere penale, dell'autorizzazione paesistica, foss'anche per aprire una semplice finestra.
Mi chiedo allora perché, considerato che il tema di oggi è quello di volere continuare a modificare lo status quo del lago d'ldro, non si è chiamata in causa anche la Soprintendenza per il parere di rito. In fin dei conti è il lago come è messo oggi il vero scempio e ciò è ben più grave di qualsiasi abuso in sé considerato e/o messo insieme.
Ed è qui che si consuma il vero paradosso di questa emblematica vicenda: il privato che apre abusivamente in zona vincolata una finestra rischia di essere arrestato per 10 giorni e multato per venti milioni delle vecchie lire, mentre lo scempio perpetrato ai danni del Lago d'ldro rimane impunito.
Di questa tipo di salvacondotto le genti del Lago ne hanno fin sopra i capelli!
Il lago d'ldro chiede ormai giustizia e giustizia, questa volta, dovrà essere fatta.
Il nostro territorio è quasi interamente vincolato agli effetti della tutela del paesaggio e del bene ambiente in sé considerato.
Mi chiedo allora perché, considerato che il tema di oggi è quello di volere continuare a modificare lo status quo del lago d'Idro, non si e chiamata in causa anche la Soprintendenza per il parere di rito.

Aw. Giuliano Rizzardi