Salviamo il Lago D'Idro  
 
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UN CONVEGNO PER L'ERIDIO PRESENTANDONE GLI ASPETTI NATURALISTICI

Pubblicato su Anfo Racconta - Luglio 2003

Uno specchio d'acqua immerso nel verde. Un'area di passaggio per migliaia di persone, che ogni giorno lo costeggiano recandosi in luoghi rinomati di soggiorno o alle diverse attività industriali valsabbine e trentine. Un'area di confine poco antropizzata, che per questo presenta tuttora rilevanti aspetti naturali, per molta parte ancora da indagare. A detta di chi Vi svolge da anni ricerche naturalistiche, nell'Area si cela un tesoro. E' un tesoro che non si può quantificare in moneta, significherebbe attribuirgli un prezzo sempre sottostimato rispetto a quello reale. Non solo un valore economico-turistico potenziale, ma un grande deposito a custodia di specie botaniche e faunistiche che altrove ormai si piangono come scomparse. E da qualche anno l'Area di collegamento fra il Parco dell'Alto Garda bresciano e il Parco dell'Adamello, ospita sottovoce ricercatori che ne hanno inteso l'importanza e che, con il loro contributo, vorrebbero sostenerne la valorizzazione coniugandola alla conservazione del patrimonio che ancora si vanta.
Durante il convegno svoltosi il 24 maggio scorso nelle sale del museo civico di Scienze Naturali di Brescia, sono stati presentati diversi aspetti studiati e i risultati sino ad ora raggiunti. L'incontro, organizzato e condotto dal Centro Studi Arcadia, nasce nel decennale delle attività di studio e conservazione delle popolazioni di Anfibi attuate nell'Area. Gli Anfibi - rane, rospi, tritoni e salamandre - animali che anche simbolicamente legano acqua e terra che sono stati l'occasione per celebrare, nell'Anno Internazionale dell'Acqua, l'elemento vitale di cui il Lago d'Idro porta il nome. E se è vero, come lo è, che il settore turistico oggi si ripensa orientandosi inevitabilmente a soddisfare la crescente richiesta di integri spazi naturali, il Lago d'idro non può che avvantaggiarsene, offrendo tutte le condizioni necessarie allo sviluppo di questo ambito settore economico.
Gli aspetti ecologici che i diversi relatori hanno presentato spaziano dalla paleontologia all'idrologia. Tutti settori in grado di stimolare l'interesse sia dei fruitori vacanzieri, ma soprattutto uno spunto per approfondire la conoscenza del territorio da parte delle giovani generazioni e dei loro padri.
I lavori sono stati introdotti dall' augurio dell'Assessore al Territorio, Parchi e VIA della Provincia di Brescia, Mariastella Gelmini, per una buona riuscita dei lavori nella speranza di una ritrovata intesa fra ambiente, risorse e attività umane. A seguire l'intervento del Dottor Cesaretti - geologo, Provincia di Brescia - che ha proposto un excursus storico sull'annoso e grave problema della captazione delle acque del lago. Se in tempi remoti gli insediamenti umani ne hanno beneficiato per la bonifica conseguente delle aree paludose perilacuali, oggi il prelievo massivo delle acque del lago si presenta come uno fra i maggiori problemi di conservazione del lago, che, come evidenziato dalla Professoressa Garibaldi (idrobiologa, Università di Milano Bicocca) determina la stasi delle acque con conseguente assenza di ossigeno e aumento di elementi tossici (p.e. zolfo) disciolti già a basse profondità. Di questa pessima qualità delle acque non ne beneficiano certo le componenti biotiche (fauna, vegetazione, insediamenti umani), così come ha ribadito il Prof. Barbato (ittiologo, Università di Brescia), che ha sottolineato la necessità di trovare una soluzione ecocompatibile alla questione dei livelli del lago e del Minimo Deflusso Vitale.
Intorno all'acqua si hanno anche aspetti di rilievo troppo spesso ignorati ma di fondamentale interesse culturale e scientifico. Fra questi gli aspetti paleontologici. indagati dal Dr. Paolo Schirolli -geologo, Museo civico di Scienze Naturali bresciano - nelle Aree prossime all'Eridio (Valvestino), che hanno messo in luce antiche presenze animali e vegetali, contribuendo alla ricostruzione degli ambienti originari e allo studio dell'orogenesi. Gli studi condotti dal Centro Studi Arcadia (Christiana Soccini & Vincenzo Ferri, zoologi), riguardano da oltre un decennio la piccola fauna dell'area dell'Eridio: dall'erpetofauna (anfibi e rettili) passando dai micromammiferi, ai molluschi, attivando uno fra i maggiori interventi di conservazione degli anfibi italiano (il Progetto ROSPI), che sul Lago d'Idro ha contato nel 2003 oltre 18000 esemplari adulti. Il Progetto, che ha ottenuto anche riconoscimenti oltralpe, è andato ampliandosi a macchia d'olio in tutta Italia, dimostrando di prestarsi bene al coinvolgimento delle comunità locali, e all'attivazione di percorsi didattici per la conoscenza e tutela degli habitat e delle relative biocenosi, catturando in maniera crescente l'interesse di abitanti, turisti, escursionisti e villeggianti. E poi l'Eridio come corridoio ecologico già utilizzato dall'orso bruno, altra specie che, dopo aver subito una letale pressione antropica, è divenuto oggetto di un non certo facile progetto di reintroduzione (LIFE Ursus, Parco Adamello Brenta). Area di connessione, l'Eridio e la Valle del Caffaro, già riconosciuta dalla Regione Lombardia nel lontano 1986 come Area di Rilevanza Ambientale e Naturale, dichiarata ripetutamente a livello nazionale Area di interesse paesaggistico e storico, sottoposte ora allo studio da parte dell'Ente Regionale dei Servizi all'Agricoltura e alle Foreste, illustrato da Marco Bazzoli e Stefano Mayr rispettivamente forestale e zoologo.
Per finire, non sono mancati i suggerimenti tecnici per la tutela e la valorizzazione dell'Area espressi da parte della Regione Lombardia - Umberto Bressan, Assessorato Qualità dell'Ambiente, Ufficio Parchi - e le raccomandazioni del Professor Franco Tassi, ecologo e docente di Conservazione della Natura e delle sue Risorse, affinché tale patrimonio trovi la giusta valorizzazione e sia oggetto oggi delle necessarie attenzioni per poterlo consegnare intatto, non certo svilito, alle future generazioni. Come consueto anche questa giornata di studi darà luogo alla pubblicazione degli Atti, nei quali si riporteranno interamente g1i interventi dei relatori. Come detto inizialmente, l'intento è stato quello fornire un contributo all' avvio di un corretto risanamento dell'Area ove necessario, per una valorizzazione duratura e vincente di questo territorio che non chiede di diventare copia di altri luoghi, ma che reclama - e, probabilmente, impone - di veder riconosciuta la propria peculiarità.

Christiana Soccini
Centro Studi Arcadia (030 9129931)
centrostudiarcadia@virgilio.it - www.centrostudiarcadia.it